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MIGLIOR FICTION – MIO FRATELLO di Simone Bozzelli

Per la vibrante interpretazione di Andrea Arcangeli e Lorenzo Picco capaci di dare verità e spessore alle brevi scene di (a)normalità domestica raccontate con sensibilità dal soggetto di Simone Bozzelli. Nell’affrontare uno spaccato familiare complesso, la regia di Bozzelli sceglie di tenere la telecamera incollata ai suoi attori enfatizzando con intelligenza l’atmosfera e le dinamiche intime e, al tempo stesso, claustrofobiche, di questo racconto di de-formazione affettiva.

 

MIGLIOR DOCUMENTARIO – RITE OF PASSAGE di Alessia Zampieri

Docufiction più che documentario, il film di Alessia Zampieri trova nella delicatezza ovattata delle sue immagini il suo elemento fondante. Complice un commento sonoro avvolgente e la magnetica voce off di Hanae Marie Aoki, le sequenze di Rite of passage ipnotizzano lo spettatore trasformando il panorama norvegese in vero e proprio luogo dell’anima e che ci ricorda come la ricerca sia sempre di qualcosa che non può essere trovato ma solo anelato, desiderato.

La giuria tiene a sottolineare una nota di merito a questo eccellente progetto, perchè riesce a fondere con naturale grazia sia l’elemento documentaristico che la narrazione creata dalla regista.

 

MIGLIOR UNO – DODICI PAGINE di Luigi Lombardi

Per aver saputo integrare il girato di finzione con quello para-documentaristico dando vita a una koinè di linguaggi che trova nel racconto onirico una grazia e un vigore sorprendenti. Toccante e insieme visionario, nonostante qualche imprecisione tecnica e i debiti vistosamente lynchiani, il film vive dei fascinosi movimenti di macchina che accompagnano la vertigine narrativa con incedere sognante, della suggestiva fotografia e di un’accurata composizione scenica.

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Miglior fiction

Further Up Yonder, di Giacomo Sardelli

per l’emozionante crescendo dovuto all’uso delle musiche e della voce narrante

Miglior documentario

Mensajes en el viento di Lorenza Fumagalli e Candelaria Castiarena

Per la singolarità del soggetto trattato con una narrazione solida e ad un tempo fresca.

Miglior animazione

Ingranaggi sospesi, di Ludovica Mantovan

Molto elegante e raffinato nello stile che sa ricorrere ad un uso cosciente e sapiente del linguaggio cinematografico.

Miglior Videoarte

1° Sandy, di Galuco Canalis

perché creare documentari veri o finti, reali o costruiti partendo dai filmati disponibili in rete apre infinite possibilità narrative e di inchiesta sul filmare oggi.

Miglior Unidentified Narrative Object

1° Blindview, di Sirio Vanelli

Per aver individuato un’idea semplice ma forte e precisa, realizzata con gusto senza rinunciare ad un forte impatto emotivo.

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